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Rispettare l’opera di Gianni Rodari

I viaggi di Giovannino Perdigiorno, non certo filastrocche da scuola dell’infanzia!

di Silvia Blezza Picherle
23 novembre 2023

Sono veramente stanca di vedere, da decenni ormai e con un crescendo in negativo preoccupante, che ancora oggi l’opera di Gianni Rodari non è capita, non è conosciuta, quindi viene strumentalizzata per fini didattico-scolastici.

   Soffermiamoci per ora su una raccolta di filastrocche “I viaggi di Giovannino Perdigiorno”, purtroppo non capite e quindi proposte in modo scorretto nelle scuole (infanzia e primaria). Ad esempio, in molte scuole dell’infanzia, queste filastrocche sono “usate o come sfondo integratore o come “pretesto” per fare poi dei lavoretti o piccole osservazioni scientifiche. Tralascio l’abitudine di cantilenare le filastrocche, dimostrazione della mancata conoscenza del genere “poesia per ragazzi”.

   Siamo nel 2023. E cosa vedo? Che una parte troppo consistente di docenti, e a volta promotori di lettura, non conoscono lo spessore letterario (contenuti, significati impliciti, scrittura) di Rodari. Stiamo parlando di un “grande”, uno dei migliori scrittori per ragazzi insignito (cosa rara per l’Italia) del Premio Andersen Internazionale.

  Mi chiedo com’è possibile tutto questo? E lo dico da ex insegnante di scuola primaria (che alla fine anni ‘70 lavorava già con tutte le tecniche rodariane), da ex Ricercatrice universitaria tuttora “in ricerca”, da studiosa e da docente universitaria.

   Nel podcast che ascolterete vi leggerò alcune filastrocche di Giovannino Perdigiorno (che non è un bambino!!!) sottolineandone la complessità e la profonda critica sociale che le rende adatte solo ad una fine scolarità primaria ed anche scuola secondaria di primo grado. Ovviamente se ci si pone come obiettivo che i bambini lo capiscano……

   E quale migliore illustrazione se non quella di Francesco Altan per interpretare queste filastrocche intrise di critica sociale? Nessuno come Altan ha saputo cogliere l’essenza letteraria di queste composizioni.

   E che dire della STRUMENTALIZZAZIONE delle sue filastrocche? Come si possono usare “Gli uomini di ghiaccio” come lettura introduttiva per poi fare cubetti di ghiaccio o esperimenti con l’acqua, o gli “Uomini di carta” per fare lavoretti? Io che faccio ricerca sul web vedo proposte didattiche, passate per novità, che fanno parte di un’idea molto obsoleta della letteratura per l’infanzia.

  Povero Rodari! Si rivolterebbe nella tomba sia come scrittore sia come maestro (anche se lo è stato per poco)!!

   Auspico che i docenti e i promotori di lettura studino finalmente la poetica di Gianni Rodari, la letteratura per l’infanzia e l’adolescenza di qualità e,

soprattutto

si smetta di usare le opere di Letteratura, in particolare di qualità letteraria, come pretesto per svolgere attività varie o trattare tematiche disciplinari.

    Un grazie a Gianni Rodari
Per averci dato tanto,
letteratura di qualità, pensiero critico, libertà, creatività.

Ascolta il podcast

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